Giornalino d'istituto Euridice

Capitolo 10: Parole d’amore vero

10° Episodio del racconto a puntate: “Messaggio in bottiglia” – Stella Ferla

Capitolo 10

Parole d’amore vero

“Caro Annibale, 

Sono Asdrubale. Spero con tutto me stesso che la lettera che ti ho scritto sia giunta a te, che non abbia fallito, come invece ho fatto io. Queste parole sono immortali, la loro essenza non è volatile come quella umana e se ora le stai leggendo io sono morto, ma i miei pensieri ancora vivono grazie a questa pergamena. 

Caro Annibale, 

Se davvero questa lettera è ora tra le tue mani, l’eroe a cui si deve il merito è Santippo, il mio fedelissimo messo, abbi pietà di lui, amalo come lui ha sempre fatto con me. E’ un ragazzo umile, fedele e dalla sconfinata bontà d’animo.

Caro Annibale,  

Il mio intento non può essere più lontano da quello di narrarti come sono avvenute le mie ultime battaglie prima di quella fatale, la quale non è ancora giunta, ma è inevitabile che lo farà presto. Non conosco il giorno in cui lascerò per sempre questo mondo, ma so che è imminente ed incombente come una condanna. Sono un inetto, ho fallito. Dovevo venirti in soccorso ed aiutarti ed invece non sono nemmeno giunto al tuo cospetto, i Romani mi strapperanno l’anima prima che io possa riuscirci. Sono fallito nella mia unica vera e grande missione. L’incubo si sta per avverare. 

Non sai quanto ho desiderato poterti abbracciare un’ultima volta, poterti dire addio per sempre, stringerti forte a me e rivelarti tutto quello che ho capito, rivelarti il mio amore. 

Caro Annibale,

La mia impresa è stata un fallimento totale, nonostante questo, durante il viaggio e le battaglie sanguinose, ho compreso molte cose. Io sono sempre stato accecato dall’invidia nei tuoi confronti, sì, è così. Nonostante tutte le colpe che negli anni ti ho affibbiato, tu non c’entri nulla, la causa di tutto sono soltanto io . Ti chiedo scusa dal profondo del mio cuore pentito. Durante tutta la mia esistenza sono stato celato all’ombra della tua gloria, questo semplicemente perché non sono all’altezza della famiglia a cui appartengo. 

Caro Annibale, 

È pressoché impossibile spiegare il mio stato di confusione e disordine mentale fino a poco fa, ma ora tutto mi è chiaro. Ho finalmente capito che non mi importa di morire, l’unica cosa che desideravo davvero era salvarti, raggiungerti ed amarti. La fiamma che mi ha infuocato il petto, il vento che mi ha sospinto in avanti  per proseguire con tutte le mie forze il cammino colmo di ostacoli invalicabili, è la determinazione di avere anche solo una possibilità di salvarti e la certezza di aver dato tutto per poterlo fare. Questo viaggio fatale mi ha fatto comprendere quanto ti amo, quanto vorrei poter tornare indietro per ricostruire il nostro passato, la nostra vita, caro fratello. 

Caro Annibale, 

Spero, un giorno, di poter ottenere il tuo perdono sincero. Sono stato un pessimo fratello, invece di condividere con te la gioia delle tue prodezze ed imprese, ero sempre accecato ed infuriato, colmo di invidia e di astio. Non sono mai stato in grado di gioire con te degli innumerevoli successi che hai ottenuto. 

Non c’è cosa più dolorosa per me, che doverti dire addio senza aver davvero vissuto, senza averti davvero amato. 

Caro Annibale, 

Ti stimo e ti amo, puoi tu perdonarmi?

Addio per sempre, caro fratello 

Asdrubale “

Stella Ferla – 3D Liceo Scientifico