Giornalino d'istituto Euridice

Capitolo 4 : Fine di una vita, inizio di un’avventura

4° Episodio del racconto a puntate: “Messaggio in bottiglia” – Stella Ferla

Capitolo 4

Fine di una vita, inizio di un’avventura

Oggi è il sesto giorno di Athyr, è trascorso esattamente un mese dall’inizio di questa folle corsa contro il tempo e contro i Romani. Un mese fa, a quest’ora mi ero appena svegliato da un incubo che preferisco non ricordare, ma che non riesco a dimenticare. Oggi non ho avuto bisogno di alcuna voce che mi svegliasse. Ho lasciato il mio giaciglio provvisorio ancora prima delle luci dell’alba, ardo nel cuore, sono caricato dalla voglia di vincere la battaglia con me stesso, forse, infatti, è proprio a me e non alla mia famiglia, che voglio dimostrare di potercela fare, di essere un forte vincitore. In parte, poi, ciò che a me come agli altri oggi ha dato la carica è stata l’acqua fresca, anche se putrida, delle acque del fiume Metauro. I soldati sono quasi tutti già pronti, non possono concedersi troppo riposo, perchè ciò che li attende non ha pazienza. Tra pochi istanti, coloro che non l’hanno già fatto, avranno abbandonato il loro giaciglio provvisorio. La pioggia, che ci aveva accompagnato fino ad oggi, si è finalmente interrotta, dandoci una tregua. Potrebbe essere un buon segno? Sì, è sicuramente Hammon che ci sta mandando un segno, forse oggi potrebbe esserci una svolta, una grande svolta. 

Intrappolato tra questi e mille altri pensieri, sto poeticamente fissando l’orizzonte, o il vuoto, qual dir si voglia, i miei occhi infatti sono assenti. Per questo tardano a intravedere la conferma delle mie intuizioni. Davvero oggi è il giorno della svolta. Delle truppe nemiche stanno arrivando. Questo non era calcolato, noi stavamo aspettando i rinforzi e il cibo. Prima di affrontare i nemici avevamo messo in conto che avremmo prima dovuto recarci da Annibale. Questa non è sicuramente la svolta che attendevo, però forse è un’occasione per dimostrare ai Romani la nostra superiorità schiacciante.

Al contrario di come credevo, non ci attaccano subito, non fanno un’ imboscata disonorevole e poco leale , ma ci attendono. Ma a compensare questo lato positivo c’è un aspetto davvero poco incoraggiante: le truppe sono una quantità spropositata, in confronto il mio esercito è davvero esiguo e striminzito. Come se non bastasse scopro che stiamo per fronteggiare anche una seconda truppa che è in arrivo. Mi ritrovo ad affrontare due consoli: Nerone e Salinatore, i quali possiedono eserciti enormi e spietati e una cavalleria molto più numerosa della nostra.

Queste sono le conclusioni delle osservazioni che ho fatto oggi. Sto cercando in tutti i modi di non farmi sopraffare dalla disperazione e di non perdere la speranza. Ho una sfida da vincere, una patria da salvare, e un esercito da guidare. Ora che mi trovo realmente davanti al pericolo, l’obiettivo che mi anima maggiormente non è quello che ho sempre creduto, non è quello di dimostrare qualcosa agli altri, non c’è nessuna sfida da vincere. L’unico vero obiettivo, quello che mi infuoca il cuore, che mi dà le energie e la forte motivazione è la determinazione di salvare mio fratello. L’ho capito adesso, guardando i soldati in agguato: la mia paura non è quella di morire, ma quella di non riuscire a raggiungere Annibale per affrontare insieme a lui il pericolo. La disperazione mi assale se penso che potrei morire senza prima rivederlo e dargli un ultimo bacio. Non è stato un fratello esemplare, può aver sbagliato, ma ora ne sono sicuro, lui mi vuole bene, credo di aver messo ordine nella confusione della mia mente. Non so cosa mi abbia fatto cambiare idea così repentinamente, ma percepisco una sensazione che mi fa capire che Annibale non ha un animo cattivo, è una sensazione che mi sembra inconfutabile. Sono conscio del fatto che la situazione sia critica, ma devo andare avanti, devo farlo per lui. Ho sempre parlato di ciò che lui ha fatto di sbagliato, ma forse la causa di tutto ero io. Perchè capisco tutto questo solo ora?! Io sono sempre stato accecato dall’invidia… Io sono sempre stato accecato dall’invidia…. Questa è la frase che risuona continuamente e in modo ripetitivo nella mia mente, tormentandomi. Invece di essere partecipe e gioire dei successi di mio fratello, pensavo solo ad esserne invidioso. L’invidia è come una pianta infestante che si avvinghia alla vita soffocandola. Sono uno sciocco. Devo andare da lui per dirgli questo, per ascoltare le sue scuse e per porgergli le mie, per poter ricominciare tutto da capo. Ho deciso, gli scriverò una lettera, così se non ce la dovessi fare e non gli potessi più parlare, questa missiva lo farà al posto mio.

Non vi tedierò con il racconto di ciò che è successo, della crudele imboscata nemica, non mi vanterò di come ho disposto l’esercito in maniera efficace o piuttosto di quanto coraggio abbia dimostrato…. Ora questo non è l’importante. L’unica cosa che davvero conta è che non ce l’ho fatta. Sono fallito nella mia unica vera grande missione: salvare mio fratello, sto morendo per lui, ma non servirà a nulla. Non credevo nei sogni premonitori, ma ora non posso fare a meno di farlo, l’incubo si è avverato, anche se Annibale non è qui al mio fianco come nel sogno; forse è meglio così, ma avrei voluto abbracciarlo un’ultima volta e dirgli tutto di persona. Ora la lettera compirà la mia ultima vera missione, lo abbraccerà con quelle dolci, ma allo stesso tempo così dolorose, parole. Questa missiva finirà il viaggio per me, giungerà alla mia meta, giungerà nelle mani di Annibale in qualche modo, ne sono sicuro.

Stella Ferla – 3D Liceo Scientifico