Giornalino d'istituto Euridice

Capitolo 5 : Messaggero del fato

5° Episodio del racconto a puntate: “Messaggio in bottiglia” – Stella Ferla

Capitolo 5

Messaggero del fato

La missiva scritta su un’umile pergamena, ciò che di più simile alla carta è reperibile in tempo di guerra, è in viaggio. E’ caricata di una missione essenziale, deve giungere a destinazione, per fare in modo che nonostante la sconfitta di Asdrubale, l’amore possa vincere su tutto, anche sulla morte. Egli ha scritto le sue ultime parole pensando soltanto al proprio fratello, ha fatto appena in tempo, prima del fatale scontro con i Romani, a consegnarle ad un giovane messaggero, che inconsapevolmente è diventato parte di questa nobile missione. 

Ora il messo, nella tasca della sua lunga tunica, cela la lettera così preziosa, la conserva con il massimo della discrezione, determinato ad adempiere a ciò che Asdrubale, di cui è stato da sempre fedelissimo collaboratore, gli ha ordinato prima di scomparire al fronte. 

Come incentivo e rimunerazione Asdrubale ha ceduto al giovane legato l’amuleto della famiglia Barak. Quest’ultimo non si limita ad essere una ricompensa: Asdrubale, donandoglielo, lo ha investito di un incarico fondamentale per la famiglia di cui ormai l’uomo fa parte. Quell’amuleto significa molto, è il simbolo della stirpe, e il messaggero, il cui nome è Santippo, lo porta ora al petto con fierezza e onore, e alla vista di quelle gemme e di quello sfarzo dorato, la sua determinazione aumenta sempre di più, ogni giorno che passa. 

Santippo è in viaggio ormai da un mese, è il 7 giorno di Cohiac, la morte del padrone a cui era affezionato nel profondo del cuore dista ormai trentuno giorni, ma la sua anima di servo fedele non l’ha ancora metabolizzata. Gli sembra che il padrone possa essere ancora lì al suo fianco, in quell’amuleto, in quella disordinata calligrafia della missiva, in ogni passo che lo avvicina a Cartagine e al completamento della missione. 

Sotto il Lebbede (tipico copricapo fenicio) Santippo custodisce anche ben quaranta Shekel         (principale moneta Cartaginese). Asdrubale, glieli ha consegnati insieme all’amuleto. Grazie a questi Santippo è riuscito a sostare durante le notti più rigide in umili locande che ha incontrato lungo la strada. 

Ora Santippo si trova a Roma. Questa città è sulla strada, è una tappa obbligata, ma lui farebbe di tutto per evitarla: i Romani sono gli unici artefici della disgrazia della famiglia Barak. Santippo sosta il meno possibile nell’Urbe e ha già programmato di ripartire durante la notte, evitando di dormire in una locanda romana. Al tramonto l’uomo, nonostante la stanchezza causata da quattro giorni di cammino ininterrotto, sta già per uscire dalla porta sud della città. 

Si avvicina all’enorme arcata delle imponenti mura romane ed è pronto a varcare la soglia quando un uomo lo afferra per un braccio e lo scaraventa al suolo. Quando Santippo, riverso nella ghiaia, dopo il violento colpo in testa riesce a sollevare lo sguardo e ad aprire un occhio scorge vagamente 4 alte figure, sono legionari romani, lo intuisce facilmente dalle lunghe bracae rosse che indossano e dalle pesanti caligae che vede improvvisamente scaraventarsi con violenza sul suo povero viso. Si ritrova un’altra volta a terra, massacrato dai lividi, macchiato dal fiume di sangue che gli sgorga dal viso, è impossibile stabilire con esattezza da quale parte del volto, perché la macchia scarlatta lo ricopre completamente. Santippo tenta di resistere, ma vinto da tanta sofferenza, insopportabile da qualunque essere umano, si abbandona e le palpebre si chiudono, coprendo quegli occhi innocenti e sofferenti. Prima di perdere completamente conoscenza, riesce ad udire un’ultima sentenza sputata con violenza da quegli animali senz’anima: “ Questa è la fine che spetta alle spie che cospirano contro la magnifica Roma !”. Senza reagire Santippo incassa un ultimo calcio sferrato con una crudeltà inaudita e poi si abbandona completamente pensando ormai di essere giunto alla morte, l’ultimo suo gesto è quello di stringere con le esigue forze rimanenti la lettera stropicciata, dopo essersi assicurato di non averla smarrita, così, accasciato a terra morente, il suo ultimo pensiero va anche stavolta al suo padrone.

Stella Ferla – 3D Liceo Scientifico