Giornalino d'istituto Euridice

EARTH AMBASSADOR: STUDENTI-AMBASCIATORI PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

Le problematiche ambientali, come sappiamo, sono ormai all’ordine del giorno, e anche il liceo “Racchetti – da Vinci” è sceso in campo per far fronte a questa emergenza.

Alcuni professori hanno infatti deciso di mettersi in gioco dando origine al progetto Earth Ambassador, che prevede, come il progetto legato alla Giornata della Poesia dell’anno scorso, alcuni incontri e conferenze e un evento finale il 22 di aprile, in cui gli studenti si proporranno come veri e propri “Ambasciatori della Terra”. Ognuna delle 30 classi che ha aderito, infatti, mostrerà il frutto del lavoro portato avanti durante l’anno con delle esposizioni di vario genere.

Ecco dunque un’intervista esclusiva ai professori Lorenzini, Tresoldi, Lanzi, Boffelli e Vailati che ci racconteranno qualcosa di più riguardo alla serata e al progetto.

 Come mai avete deciso di effettuare questa sostituzione con la Giornata della Poesia nonostante il successo riscontrato l’anno scorso?

Lorenzini: In realtà non è una vera e propria sostituzione, volevamo affrontare un’esperienza diversa. Nonostante la Giornata della Poesia abbia riscosso grande successo, non volendo proporre una replica, abbiamo deciso di avvicinarci ad una tematica ora più che mai attuale.

Cosa ne pensate dei Fridays for Future e della figura di Greta Thunberg?

Vailati: Parlare di Greta oggi è difficile, perché è un fenomeno mediatico. Spesso se ne sente parlare anche per moda, Greta in realtà è solo la punta di un iceberg formato da milioni di giovani preoccupati per il proprio futuro, molte volte messo a rischio da un mondo di adulti che fa scelte sbagliate. Mi auguro che molti di questi ragazzi che scendono in piazza a protestare possano un giorno ricoprire cariche di responsabilità per assicurare a tutti un futuro migliore.

Come mai vi siete messi in gioco in prima persona, nonostante la complessità dell’argomento?

Lanzi: Ci siamo messi in gioco perché si tratta di una tematica molto importante, volevamo trasmettere un modo di lavorare e conoscere che noi, come team, avevamo già sperimentato in altre occasioni. Abbiamo deciso anche di non concentrarci su un solo aspetto, ma di spaziare su curvature diverse – non solo scientifiche – per poter coinvolgere il maggior numero di colleghi possibile.

Boffelli: Abbiamo avuto insieme diverse idee, che poi abbiamo integrato le une con le altre fino ad arrivare al progetto vero e proprio, così come è strutturato adesso.

A proposito delle curvature, perché si è deciso di spaziare su così tanti argomenti?

Tresoldi: Le diverse curvature servono a dare spazio agli interessi di ogni classe, che, attraverso il dialogo con i propri insegnanti, potrà approfondire la tematica dal punto di vista preferito. Siamo anche noi curiosi di vedere cosa ogni classe saprà tirar fuori; soprattutto vogliamo che gli studenti manifestino al meglio le proprie idee.

Essendo questo un tema molto discusso tra i giovani, come pensate che studenti e adulti risponderanno a questa iniziativa?

Tresoldi: Innanzitutto siamo molto stupiti per la partecipazione di ben trenta classi rispetto alle diciotto dell’anno scorso. Questo è indice della vicinanza di questo tema a molti dei nostri colleghi e studenti. Inizieremo quindi un percorso di conoscenza attraverso le conferenze e poi un percorso di progettazione. Speriamo che il percorso di conoscenza allarghi gli orizzonti degli alunni e che ci dia spunti riguardo a questa tematica complessa. Riguardo alla progettazione siamo piuttosto sicuri che tutti rimarremo stupiti dalla creatività dei ragazzi.

Boffelli: Alla fine di questo percorso ognuno dei presenti, noi compresi, porterà a casa tanto, proprio perché tante saranno le modalità con cui saranno trattate le tematiche. Inoltre potrebbero sorgere spunti completamente diversi da quelli di partenza, per cui sarà un bel percorso di crescita.

L’iniziativa verrà prolungata anche nel corso dell’anno scolastico?

Vailati: Questa iniziativa è mirata a creare una sensibilità che entri a far parte della sfera quotidiana. La scuola attuerà in futuro alcune iniziative concrete, ma l’importante è acquisire uno stile di vita attento all’ambiente, perché molto spesso c’è un’idea sbagliata secondo la quale rispettare l’ambiente equivalga a regredire, quando in realtà è solo un modo diverso di sfruttare i beni della terra.

Boffelli: Io penso che questo rispetto sia innato, però a volte abbiamo bisogno di tirarlo fuori e iniziative come queste ci aiutano a riflettere seriamente sul tema e a metterci in gioco a livello quotidiano, senza rimandare. Infine, per me, agire in comunità per un bene comune è una forza.

Secondo voi lo sviluppo tecnologico può giocare un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico?

Lanzi: Abbiamo bisogno di una tecnologia nuova ed ecosostenibile. Abbiamo risorse e strumenti, dobbiamo solamente capire come sfruttarli.

Vailati: È vero che la tecnologia non si fermerà, ma si evolverà su strade differenti. La ricerca alla soluzione dei problemi spingerà la scienza a intraprendere nuovi progressi. Non regredire, ma andare avanti.

Tresoldi: La tecnologia può essere di grande aiuto, ma è importante anche mettersi in gioco nel proprio piccolo. A livello di istituto, ad esempio, stiamo cercando di fornire a ciascuno studente una borraccia che vada a sostituire le bottigliette di plastica.

 Gli studenti hanno reagito in diversi modi, vi aspettavate tutte queste reazioni positive o negative? Vi aspettavate un’accoglienza così calorosa tra le classi?

Lorenzini: Personalmente mi aspettavo un grande successo. L’entusiasmo dell’anno scorso ha avuto un ruolo fondamentale ma, secondo me, abbiamo scelto una tematica molto vicina sia a voi studenti che a noi insegnanti. Siamo quotidianamente indotti a preoccuparci di questa faccenda.

Lanzi: Dal mio punto di vista, infatti, il tema della giornata della Poesia, nonostante il largo successo, era più circoscritto, mentre il rispetto dell’ambiente è un tema che interessa tutti. Sono curiosa di sapere cosa nascerà da ogni approfondimento. Questo sarà l’inizio di un lungo cammino.

È davvero bello sentirsi parte di un grande progetto. Siete contenti di avere questa responsabilità ed entusiasti di proporlo?

Lanzi: Sì, voglio portare avanti questo progetto sia come insegnante che come mamma, mi sento decisamente presa in causa, pensando al futuro dei miei figli e dei miei studenti

Boffelli: Anche se ci saranno delle difficoltà, il solo fatto di credere in qualcosa aiuterà a superarle. Noi insegnanti abbiamo una responsabilità che va oltre i libri di testo.

Lorenzini: Quello che ha costituito l’avvio di questo progetto, è la relazione umana, ci sosteniamo a vicenda, l’entusiasmo maggiore è questo. È bello che le relazioni tra cinque docenti si evolvano fino a coinvolgere trenta colleghi, e quindi trenta gruppi classe. Questo mettersi in gioco fa maturare, al di là della tematica che si vuole trattare.

Vailati: In questo momento rispetto all’entusiasmo iniziale intravedo la fatica nell’arrivare alla realizzazione di questo progetto, però devo dire che lavorare in team ci dà una grande forza.

A proposito di entusiasmo, anche le singole classi si stanno mobilitando perché questo progetto coinvolga il maggior numero di persone possibile e per dar vita a iniziative collaterali. Tra queste la 2A Classico ha lanciato l’idea del #LiberiDa, che prevede la scelta, ogni primo venerdì del mese, di un atteggiamento ecosostenibile da mettere in atto con cadenza settimanale per tutto il mese. Tutte le iniziative legate al #LiberiDa saranno documentate sul blog di Euridice e sull’apposita pagina Instagram @liberida.rdv.  Attendiamo proposte e adesioni!

Francesco Mantovani

Pietro Tessadori

Sara Venturelli 

2A liceo classico

9 novembre 2019