Giornalino d'istituto Euridice

Capitolo 2 : Un incubo vissuto due volte

2° Episodio del racconto a puntate: “Messaggio in bottiglia”

Capitolo 2

Un incubo vissuto due volte

Sono a terra, sdraiato, mi sto contorcendo dal dolore, i miei occhi sono sgranati e la sagoma del mio viso deformata da una smorfia di atroce dolore, lo stesso cielo cupo con nuvoloni grigiastri mi sta fissando come in attesa che lo raggiunga, ma io non lo sto guardando, i miei occhi sono incantati da quelli di un’alta figura: è Annibale! La sua espressione è quasi più disperata della mia, è angosciato dalla vista della lancia conficcata nel mio petto, dal quale sgorga un fiotto di sangue fluido rosso scarlatto. Annibale si accascia vicino a me, gli occhi che mi stanno guardando diventano improvvisamente come due sfere di vetro troppo lucido, si stanno riempiendo delle ultime lacrime che mai vedrò. Il suo viso affranto è rigato e scavato dal pianto. Non ho mai visto mio fratello piangere in quel modo. Lui, senza mai smettere di guardarmi negli occhi, inizia a singhiozzare, ma all’improvviso arresta le lacrime, il suo viso si fa serio e sussurra: “Non posso lasciarti andare senza prima dirti….Dobbiamo partire per l’Italia!! “, ma quest’ultima frase non ha lo stesso tono della prima, bensì suona come un ordine amaro, con una voce che non appartiene a mio fratello. Ed è così, è quella di un generale che si sta preparando a partire in spedizione con me e sta dando le direttive ad un contingente di mercenari. 

Questa indicazione mi riporta alla realtà: sono nel mio letto, sto sognando e ho udito il generale perché è sull’uscio della mia abitazione e mi sta aspettando dando ordini ai membri dell’esercito cartaginese con il quale giungeremo nella penisola italica. E’ stato tutto un sogno, così incredibile da sembrare vero, ma pur sempre una fantasia della mente. Ho una strana sensazione, sono abbastanza turbato, sembra quasi che la mia mente voglia comunicarmi che la partenza per l’Italia è la cosa giusta da fare, eppure nella visione notturna io stavo morendo… Devo provare a dimenticare ciò che ho appena visto, non devo farmi condizionare da stupide fantasie che la mia mente ricrea mentre non sono nemmeno cosciente. Oggi partirò, costi quel che costi! Sono pronto! Oggi è il giorno designato per l’inizio della missione e nessuno stupido sogno potrà fermarmi.

Il piano è stato disegnato nei minimi dettagli: la prima cosa da fare è attraversare la Spagna e poi valicare i Pirenei, non è possibile fare lo stesso percorso che fece mio fratello, in quanto il Passo Sommo Pireneo adesso è controllato dai Romani. Ora non resta che convergere a Sud lungo il corso del fiume Isere e ricollegarsi al vecchio itinerario di Annibale. Credo che, grazie al mio esercito, ma soprattutto grazie alle mie abilità di condottiero, sarò in grado di dimostrare che questo piano sia facilmente realizzabile.

Una volta giunto in Italia non mi resterà che correre in soccorso di mio fratello e aiutarlo per fargli capire che non può fare tutto da solo, nonostante la sua superbia gli faccia credere di sì.

L’esercito è pronto, così come il sottoscritto, ma prima della partenza, come da tradizione, è importante che avvenga un rito propiziatorio al dio Baal Hammon. Anche stavolta è stato scelto un giovane bimbo di appena 8 anni, figlio di una famiglia nobile conosciuta in città. L’ultimo nato, il quarto figlio di Amilcare, mio fratello, non fece in tempo a compiere i sei anni che venne bruciato vivo per compiere un sacrificio. Infatti Cartagine stava per affrontare la guerra; era una di quelle particolari circostanze di emergenza nelle quali non ci si può tirare indietro. Da quel giorno non rividi mai più il suo sorriso luminoso e buono, non sentii più le sue grida felici e spensierate mentre giocava con gli altri bimbi, i quali non furono sacrificati in quanto figli di famiglie troppo umili per poter donare qualcosa a un Dio. Vedere le lacrime di disperazione, di precoce consapevolezza e rassegnazione di quel povero bimbo, mi ha ferito e mi ha fatto riaffiorare troppi ricordi. Ora che sono in cammino verso l’Italia cercherò di pensare a quel fanciullo e fare in modo che il suo sacrificio non sia stato vano, darò di tutto per la mia patria.

Stella Ferla – 3D Scientifico