Giornalino d'istituto Euridice

“TEATROSOFIA”: QUANDO LA FILOSOFIA ESCE DAI LIBRI

La produzione teatrale Sciolti dalle catene nasce dal desiderio di rendere vivo l’insegnamento di una materia che, a torto, è considerata astratta: la filosofia. Nulla di più concreto della filosofia che diventa vita attuale attraverso il teatro, perché la filosofia è nata proprio in questo contesto, come dialogo e confronto. Quindi noi alunni della 3A classico e della 3C scientifico, desiderosi di ricreare questa vivace dimensione dialogica, abbiamo deciso di riadattare il testo platonico del mito della caverna e proiettarne alcuni messaggi nell’oggi. Il nostro desiderio è stato sicuramente più grande di tutte le difficoltà pratiche, organizzative e logistiche che abbiamo incontrato e potremmo ben riassumerlo in questo motto: “TUTTI SUL PALCO!” Ma proprio tutti, per recitare, ballare, cantare, suonare.

    Il mito platonico della caverna, raccontato all’inizio del libro VII de La Repubblica (514 b – 520 a), è considerato la metafora assoluta della filosofia: è l’immagine esplosiva del rapporto tra verità e liberazione. Ci dice che la verità rende liberi dalle mistificazioni ideologiche e ci porta ad affrancarci dall’ignoranza, dalle tante schiavitù che ogni epoca genera senza risparmio. L’istruzione è la sola arma che può combattere l’ignoranza, e permettere ad ogni uomo di godere appieno dei suoi diritti. Il filosofo, ieri come oggi, non può stare fuori dal mondo, arroccato sul suo sapere, ma avendo scoperto la libertà e la verità fuori dalla caverna sente il bisogno di rientrare per liberare i compagni. Noi possiamo sapere cosa sia una caverna solo se siamo stati fuori da essa. Tutta la dialettica della caverna è giocata nella conflittualità fra l’elemento dell’ombra e quello della luce, tra il “dentro” ed il “fuori”. Lo schiavo liberato esce dalla caverna e solo allora comprende che quella che pensava essere la vera realtà è una realtà mediata, non vera. Ma non viene poi bene accolto da tutti coloro che vorrebbe liberare: è la vicenda di Socrate che, volendo liberare gli uomini dall’ignoranza, venne lui stesso messo a morte. Paradossalmente possiamo anche dire che spesso la caverna per qualcuno è sempre e solo quella altrui. 

    Il messaggio platonico ci permette di constatare problemi che oggi sono ancora drammaticamente attuali, di mettere a fuoco la vocazione necessariamente veritativa della filosofia che deve smascherare l’immane violenza prodotta nelle molte caverne ancora oggi esistenti. Un altro grande insegnamento che possiamo trarre da questo mito è che non ci si libera da soli, ma insieme. Supponendo che per uno dei prigionieri le catene si possano essere rotte per caso, le altre si rompono insieme. La domanda fondamentale di Platone resta anche la nostra: perché gli uomini amano le loro catene? Perché noi anziché adoperarci per l’uscita dalla caverna spesso uccidiamo chiunque cerchi di liberarci dalle catene? 

    La filosofia platonica mette a fuoco il compito vero di ogni filosofia e di ogni politica: condurre fuori dalle caverne coloro che in esse sono ancora prigionieri, perché possano vivere da uomini liberi, figli della verità e degni della loro condizione. Sciogliere dalle catene, superare i limiti laddove è possibile, senza dimenticare che il limite è ciò che ci rende umani e che l’umanità più alta è quella di chi si accorge anche del limite dell’altro e impara a condividerlo.

Maria Teresa Mascheroni con le classi 3A classico e 3C scientifico

3 maggio 2019